Friday, April 19, 2013

ITALIA: La crisi, paura a Scafa per la sorte del cementificio

La Italcementi chiude 9 stabilimenti su 17, ma non si sa ancora quali. Il sindaco: "Per ora non riteniamo che sia a rischio"

Ha vuto riflessi immediati a Scafa, la notizia diffusa ieri dalle agenzie di stampa, sulla nota con la quale il presidente della Italcementi Giampiero Pesenti e il consigliere delegato Carlo Pesenti hanno informato gli azionisiti della società che le cementiere del gruppo da 17 saranno ridotte a 8, in accordo con un piano annunciato verso la fine dell'anno scorso. La nota spiega nel dettaglio la sorte dei 17 stabilimenti a ciclo continuo: «Una è stata venduta e due sono state declassate a centri di macinatura. Delle 14 rimanenti, 6 rimangono come cementerie a ciclo completo, altre 3 vengono utilizzate come centri di macinazione e 5 rimangono in stand by in attesa delle richieste del mercato. Di queste 5 nel corso del 2013 Italcementi prevede di utilizzarne non più di 2, che sommate alle 6 assolutamente confermate danno la cifra finale di 8 cementerie sicuramente aperte».

Insomma, stante la crisi delmercato del cemento la holding bergamasca potrebbe soddisfare la domanda con meno della metà dei suoi stabilimenti, ma ieri nell’assemblea degli azionisti non è stato specificato quali sono destinati a chiudere . La domanda alla quale a Scafa ieri si è cercato di dare una risposta è se lo stabilimento cittadino sia compreso o meno fra gli otto che resteranno in attività Al momento nella cementiera di Scafa le lavorazioni sono ristrette alla trasformazione del clinker che arriva già preparato dallo stabilimento di Colleferro. 

Non c'è più, dal febbraio scorso, l'attività estrattiva del materiale primario esercitata nelle cave situate nel territorio di Lettomanoppello secondo una concessione mineraria secolare. Dal febbraio 2013 è partita anche la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori di Scafa. Trentadue di loro, su settanta, sono a rotazione in tutti i settore produttivi dell'opificio, in modo da garantire il turno di lavoro per tutti. 

Fu un accordo, sottoscritto fra azienda e parti sociali con una validità di due anni. «Tutto dunque», secondo Massimo Di Giovanni della Cgil, «è rimandato alla fine del 2014. Le nostre informazioni dicono che nulla è cambiato dalle assicurazioni che l'azienda espose in sede negoziale lo scorso febbraio. Avremo in ogni caso modo di approfondire ogni risvolto della questione, il prossimo 23 aprile, data già stabilita per una assemblea generale nello stabilimento». 

Gli fa eco il sindaco Maurizio Giancola che ha sempre intrattenuto rapporti frequenti con l’azienda, «poiché», spiega , «per la nostra cittadina la presenza di questa fabbrica è questione di vita o di morte per la nostra economia e delle possibilità lavorative ed occupazionali, nonché per la programmazione amministrativa. Lo stabilimento è il cuore del paese, intorno al quale ruota ogni attività ed anche noi, alle prese con la possibilità di revisione degli strumenti urbanistici, dobbiamo indispensabilmente venire a conoscenza delle intenzioni aziendali. 

Per quanto mi è dato sapere oggi posso dire che non ci sono state modifiche alle assicurazioni tranquillizzanti che il direttore Mora fece lo scorso febbraio, affermando di voler rimanere in piena efficienza sulla piazza di Scafa e di garantire l'occupazione. Garanzie espresse nonostante che il mese di gennaio 2013 fu il peggiore nell'ultimo quadriennio per il mercato del cemento. Non ci sentiamo dunque per ora di ritenere a rischio il nostro stabilimento».

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