Cementir rallenta la corsa, complici le difficoltà registrate in Turchia e in Egitto parzialmente attenuate dal consueto traino dei paesi scandinavi e dalla sostanziale stabilità conseguita in Estremo Oriente e in Italia. Così ieri il gruppo capitolino guidato da Francesco Caltagirone jr ha mandato in archivio i risultati dei primi tre mesi con i ricavi in leggera flessione, a 204,7 milioni di euro (-0,9%), il margine operativo lordo che si attesta a 24,2 milioni (-1,6%) e il risultato operativo pari a 3,1 milioni(-31,5%), mentre il risultato ante imposte ha cambiato segno ed è positivo per 3,8 milioni rispetto alla perdita di 1,8 milioni conseguita nel primo trimestre 2014.
A incidere, come detto, è la contrazione dei volumi venduti in Turchia (-23% per il cemento e -16% per il calcestruzzo) e in Egitto (-20%) dove hanno pesato, rispettivamente, le condizioni climatiche particolarmente sfavorevoli e la persistente incertezza politica che ha influito negativamente sullo scenario economico. Nei paesi scandinavi, invece, il buon andamento di Danimarca e Svezia, con vendite e prezzi in crescita, ha consentito di compensare la contrazione registrata nel mercato norvegese condizionato dall’arretramento dell’edilizia residenziale e dal completamento di alcune grandi opere infrastrutturali.
In Estremo Oriente, poi, il gruppo ha potuto beneficiare di una sostanziale stabilità dei ricavi nei primi tre mesi dell’anno. Sia in Cina che in Malesia, infatti, il rallentamento della domanda interna è stato in parte superato grazie all’aumento dei volumi sui mercati di esportazione. E l’Italia? I ricavi sono risultati in linea con i dati del primo trimestre 2014: i primi segnali di risveglio della domanda di mercato «hanno generato un leggero incremento dei volumi venduti di cemento e calcestruzzo - ha chiarito il gruppo nella nota diffusa ieri a valle del cda - i cui effetti sono stati neutralizzati da una diminuzione dei prezzi di vendita rispetto ai primi tre mesi del 2014».
Tornando ai numeri, i costi operativi hanno raggiunto quota 197 milioni di euro, in rialzo di 11,2 milioni rispetto al primo trimestre 2014, ma hanno scontato l’effetto cambio negativo collegato alla rivalutazione delle principali valute estere nei confronti dell’euro: a cambi costanti, infatti, i costi operativi sarebbero stati pari a 190,3 milioni, in crescita di 4,5 milioni rispetto all’esercizio precedente. Quanto all’indebitamento, pari a 326,3 milioni (+47.9 milioni rispetto al dato registrato a fine 2014), la variazione negativa è riconducibile alle dinamiche del capitale circolante e alle manutenzioni annuali degli impianti solitamente programmate nella prima parte dell’anno. Ma il gruppo non ha modificato i suoi programmi e ha confermato, per il 2015, un Mol a 190 milioni e un indebitamento di 230 milioni di euro.
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