Friday, November 12, 2010

ITALIA: Buzzi Unicem: nel periodo gennaio-settembre vendite di cemento e clinker a 20 milioni di tonnellate

Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem SpA si è riunito in data odierna per l’esame del resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2010.

I segnali di miglioramento del contesto economico internazionale - precisa una nota - intravisti durante il secondo trimestre sono stati confermati, seppure moderatamente, dalle dinamiche dei mesi estivi del 2010. Anche se permangono le incertezze e la visibilità risulta ancora limitata, gli indicatori di una crescente fiducia in scenari maggiormente positivi e non lontani cicli di crescita, si sono rafforzati.

Il settore delle costruzioni è tutt’ora penalizzato dall’onda lunga della crisi economica internazionale: gli investimenti pubblici in infrastrutture, previsti dai piani di stimolo dei governi centrali, principalmente negli Stati Uniti, hanno iniziato a produrre alcuni effetti visibili, la domanda legata all’edilizia non residenziale soffre per le riduzioni degli investimenti messe in atto dal settore privato, il residenziale non mostra ancora segnali evidenti di ripresa.


Nel periodo gennaio-settembre 2010, le vendite di cemento e clinker del gruppo si sono attestate a 20,0 milioni di tonnellate, +1,3% rispetto allo scorso esercizio. Una variazione di segno positivo o neutra si è verificata in diversi Paesi in cui il gruppo opera, ad eccezione di Repubblica Ceca, Stati Uniti d’America e Messico. I Paesi che hanno marcato maggiore vivacità nelle spedizioni sono Russia, Ucraina, Polonia e Lussemburgo. Le vendite di calcestruzzo preconfezionato pari a 10,7 milioni di metri cubi, sono cresciute del +1,9% rispetto ai primi nove mesi del 2009; il positivo andamento di Germania, Ucraina e Messico ha potuto più che compensare la flessione intervenuta principalmente in Repubblica Ceca ed Italia.

L’evoluzione dei prezzi di vendita del cemento, espressi in valuta locale, si è mantenuta sfavorevole in praticamente tutti i mercati di presenza, con la sola eccezione di Messico e Lussemburgo. Il calo più significativo ha riguardato Italia e Russia, ma pure in Ucraina, Repubblica Ceca e Stati Uniti la diminuzione di prezzo è stata quasi il 10%. In Italia l’ulteriore forte flessione riscontrata nei mesi estivi, a causa di un mercato che presenta un rilevante eccesso di capacità produttiva e dinamiche concorrenziali esasperate, è risultata traumatica ed ha compromesso la redditività del trimestre. I prezzi del calcestruzzo preconfezionato sono ugualmente rimasti sotto pressione ovunque, ma la volatilità è stata comunque più contenuta rispetto a quella del cemento. Stati Uniti, Polonia, Ucraina ed Italia sono i Paesi che hanno registrato flessioni più marcate.


I costi di produzione si sono mantenuti, nel complesso, sotto controllo, anche grazie alle azioni di contenimento e miglioramento continuo messe in atto dal management. Peraltro incomincia a destare preoccupazione il prezzo dei fattori energetici, combustibile in particolare, che nell’ultimo trimestre ha ripreso a salire".

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