Nell'impasto del cemento finiscono rifiuti,derivanti da impianti di combustione (ceneri), da impianti siderurgici (scorie, terre di fonderia, polveri, fanghi) e dall’industria chimica (gessi, fanghi, ecc.), come spiega l'Associazione ittecnico economica sul cemento (Aitec).
“Con questo cemento in Europa vengono costruiti i nostri ambienti di vita e di lavoro (abitazioni, uffici, fabbriche, scuole, ospedali, ecc.), senza particolari verifiche in merito all’impatto di questo materiale sulla salute delle persone che ne vengono a contatto e senza alcuna informazione ai consumatori sulla presenza di questi componenti” ha scritto in una interrogazione alla Commissione europea l'eurodeputato dell'Idv Andrea Zanoni, depositata il 20 agosto scorso (in allegato).
A titolo di esempio, Zanoni riporta un caso di cronaca: “A Musestre, frazione del comune di Roncade in provincia di Treviso, [...] una cittadina nel contesto di un contenzioso legale contro un fornitore e un produttore di cemento, ha fatto eseguire cinque perizie sulla propria abitazione che hanno messo in evidenza che nel cemento utilizzato erano presenti ceneri, diossine e metalli pesanti. Queste sostanze tossico/nocive e pericolose, che dovrebbero essere smaltite in discariche speciali, sono invece andate a finire in un’abitazione civile”.
Per questo, l'esponente dell'Italia dei valori chiede alla Commissione se questa “non ritiene utile, necessario ed urgente avviare verifiche sulla compatibilità dell’utilizzo di questi cementi così prodotti nella costruzione di ambienti di vita e di lavoro, al fine di garantire la massima tutela della salute umana?”, e se non ritenga “doveroso che per tale prodotto posto in commercio, venga almeno comunicata al consumatore tramite comprensibili indicazioni, la sua completa e dettagliata composizione chimica e fisica?”.
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